Galetti inizia la stagione con la sua prima Milano-Sanremo. È il 14 aprile, domenica, e alla partenza dall’Osteria della Conca Fallata si presentano in 33, poco più della metà dei 62 iscritti. Fra loro, attesissimi, quattro francesi: Lucien Mazan, meglio noto come Petit Breton; Gustave Garrigou, Louis Trousselier e Philippe Pautrat. Il tempo è pessimo, piove e fa freddo. A Pavia il gruppo di testa è ridotto a una dozzina di uomini. A Casteggio rimangono in otto è la corsa si gioca fra loro: sono i francesi Petit Breton, Trousselier e Garrigou e gli italiani Gerbi, Cuniolo, Ganna, Canepari e Galetti. Gerbi attacca prima del Turchino e passa in cima tre minuti prima di Ganna, Galetti e Garrigou; Petit Breton, dopo foratura, è a cinque minuti ma ha già iniziato la sua rimonta. Fuori corsa Trousselier, caduto e Cuniolo, appesantito in salita.
Nel finale Gerbi perde terreno e viene raggiunto da Garrigou che ha staccato Ganna e Galetti, vittima di una caduta. Petit Breton rinviene sui primi due e si accorda con Gerbi, poco veloce, per averne l’aiuto dividendo in parti uguali i premi. L’aiuto è plateale: come inizia la volata, Gerbi stringe, poi urta, poi prende per la collottola Garrigou e lo sopravanza, mentre Petit Breton è già oltre il traguardo. Il Diavolo Rosso è retrocesso al terzo posto. A mezzo minuto Ganna stacca Galetti di pochi secondi. L’ottima corsa gli vale l’invito a correre il Tour insieme a Ganna e Pavesi.
Il 2 giugno alla Firenze-Roma il confronto con Gerbi è diretto e si conclude solo sul traguardo. Gerbi sgretola via via la corsa e solo Galetti gli tiene la ruota sino alla salita di Narni, dove perde terreno. In cima scollina con tre minuti di ritardo ma non si arrende. Quando mancano una ventina di chilometri all’arrivo Galetti raggiunge Gerbi e batte nettamente in volata un avversario allo stremo.
16 giugno. Si disputa la Corsa della Regina Madre, in cui Galetti arriva secondo, battuto in volata, negli ultimissimi metri, da Battista Danesi, con Ganna alla ruota.
23 giugno, Corsa Nazionale. Partono da Vigentino in 42, vale a dire tutti i più forti corridori italiani, ad eccezione di Rossignoli. Ad Asti, dopo 138 chilometri, il gruppo dei battistrada è dimezzato da cadute, incidenti e forature. La salita di Dusino fornisce a Gerbi l’occasione di un nuovo attacco, e alla sua ruota rimane il solo Ganna; poco più avanti, però, con un tenace inseguimento, si riportano su di loro Galetti, Cuniolo, Galazzi e Chiodi e tutti assieme raggiungono Torino con un quarto d’ora di vantaggio sui primi inseguitori. Nel finale si scatena un violento temporale. A quattro chilometri dall’arrivo Gerbi si rialza e fa capire di aver forato. Si stacca, ma è un trucco. A due chilometri dal traguardo rimonta tutti a gran velocità, guadagna un centinaio di metri mentre i cinque, sorpresi, indugiano. Vince Gerbi ma lo devono sorreggere per portarlo al tavolo dei massaggi. Dietro di lui Galazzi batte Cuniolo per il secondo posto e, cento metri dopo di loro, arriva Galetti che ha staccato nella lunga rincorsa Ganna e Chiodi.
Il 30 giugno partono in ventisette da Bergamo per disputarsi il Circuito Lombardo; bastano quattro chilometri di tirata a Cuniolo e Galetti per dividere il gruppo in due parti, che si assottigliano a causa di cadute e forature. A venti chilometri dal traguardo sono in cinque a comandare la corsa: con Cuniolo e Galetti stanno Danesi, Massironi e Pavesi. Qui Ganna li raggiunge, si porta in testa e allunga con vigore, distanziando gli altri che non sembrano in grado di reagire. Arriverà con un vantaggio impressionante: 13 minuti accumulati in meno di venti chilometri. I quattro rallentano e vengono raggiunti da Azzini, Lampaggi e Minetti. La volata per il secondo posto è vinta da Cuniolo. Galetti non è che sesto.
1 settembre, Varese, campionato di resistenza. Ganna, favorito e sostenuto dal pubblico, cade in partenza e finisce all’ospedale. Vince un milanese. Giuseppe Bianchi, davanti a Galetti e Guazzoni.
15 settembre, Milano-Bologna-Firenze. I sedici iscritti trovano alla partenza da Rogoredo una folla enorme. Gerbi animerà più fasi della corsa con attacchi a ripetizione per cui si rende intangibile. Alle sue spalle gli inseguitori perdono terreno, ad eccezione di Galetti che, attardato, rimonta ogni avversario e giunge a Firenze solo sette minuti dopo il Diavolo rosso. Terzo sarà Rossignoli a 15 minuti dal vincitore; poi Felice Galazzi a 36 minuti e Clemente Canepari a 48 minuti. Ad oltre un’ora Giovanni Cuniolo batte in volata i superstiti. Undicesimo e ultimo è Luigi Ganna.
Corso e vinto il Giro della lontanissima Sicilia, Carlo Galetti chiude la stagione il 3 novembre col Giro di Lombardia ma è costretto al ritiro.