Vincenzo Florio, ideatore e finanziatore della corsa, trova un più diffuso e convinto sostegno in occasione della seconda edizione, anche se i premi spettanti ai primi sei classificati dell’edizione inaugurale non sono stati pagati. Fra i sei che potrebbero disertare il secondo Giro di Sicilia c’è Carlo Galetti, il vincitore del Giro. Il cavalier Florio vi provvederà personalmente, consentendo la partecipazione dei migliori. Al via anche quattordici corridori francesi, che giungono a Palermo su una nave messa a disposizione dal cavalier Florio. Tra loro i notissimi Trousselier, Alavoine e Brocco. I partenti sono cinquanta, le tappe sei, con partenza e conclusione a Palermo.
La prima tappa si svolge a Palermo sul circuito delle Madonie che si rivela durissimo e addirittura fatale per i francesi, alcuni vittime di cadute, quasi tutti di forature. Gli sfiancanti inseguimenti culminano nel ritiro della metà dei transalpini. Per placare gli animi Florio annulla la tappa, vinta da Galetti. A diversi minuti giungono Albini, Alavoine e Pavesi.
L’annullamento della tappa non viene riconosciuto dall’Unione Velocipedistica Italiana che minaccia di squalificare chi volesse continuare la corsa. Restano così in gara, dalla seconda tappa, che forse è la prima, solo tredici corridori. La seconda frazione, da Palermo a Messina, vede primeggiare Jean Alavoine su Pavesi e Galetti, ma il francese si ritira il giorno dopo e restano in corsa solo gli italiani perché altri due transalpini, Duboc e Decaup, sorpresi a tagliare il percorso con un tratto in treno, finiscono squalificati. Il Giro si rivela un vero disastro organizzativo, peggiorato delle strade dove grosse pietre causano forature e rotture di cerchioni.
La terza tappa, da Messina a Siracusa, vede tre ardimentosi in fuga: Galetti, Albini e Azzini passano nell’ordine in cima all’ultima salita, a poche decine di metri l’uno dall’altro. Galetti affronta coraggiosamente la discesa e incrementa il proprio vantaggio, che al traguardo sarà di 11 minuti sul secondo. Ganna, che è stato riammesso in corsa anche se non aveva concluso la prima tappa, chiude sesto. La sera, però, il cavalier Florio gli comunica che non potrà ripartire perché l’UVI ha confermato la validità della prima tappa, e in quell’ordine d’arrivo Ganna non compare.
Albini vince la quarta tappa, da Siracusa a Girgenti, allungando con decisione dopo una lunga tirata di Galetti che attende alcuni chilometri poi parte all’inseguimento in coppia con Massironi. Questi fora e non ha più gomme di riserva, per cui percorre gli ultimi 25 chilometri sul cerchione; arriverà terzo a un’ora dal solitario Albini e a mezz’ora da Galetti. Partono in otto da Girgenti per Trapani, dopo gli ultimi ritiri: forzato quello di Ganna, volontari quelli di Beni e Pavesi. Non c’è lotta: chi fora o rompe una ruota ha tutto il tempo per rientrare. L’ultimo chilometro, in ogni caso, è una lunga volata avviata da Galetti affiancato ai trecento metri di Azzini, Albini e Massironi, che ai cento si porta leggermente avanti e passa per primo sul traguardo con Galetti a ruota e Azzini a una macchina, stesso margine a sua volta su Albini.
L’ultima tappa vede ancora alla ribalta Galetti che non appena la strada sale lascia la compagnia e va a vincere sul traguardo nell’Autodromo Florio con oltre 23 minuti su Tomarelli e mezz’ora su Fabrizi.