Parte da Roma, nel cinquantenario dell’Unità d’Italia, la terza edizione del Giro. Ottantasei al via, termineranno in ventiquattro i 3.358 chilometri divisi in dodici tappe. Favoritissimo, il vincitore dell’anno precedente, ormai nella piena maturità e conscio dei propri mezzi, Carlo Galetti di Corsico. Il suo inizio è prepotente: a Firenze, dopo 394 chilometri, batte in volata Rossignoli (sarà il suo più pericoloso rivale) e un velocista come Dario Beni. Durando, velocista pure lui, cede sull’ultima rampa e arriva con un minuto di ritardo. Corrono tutti e tre per la Bianchi, che vincerà alla fine la classifica per squadre. Petit Breton, il temibile francese, è lì, al quinto posto. Ha inseguito per tutto il giorno un gruppetto che si è andato man mano assottigliando.
Si punta verso Genova. Nelle vicinanze di Borgo a Buggiano Galetti rompe un pedale. Tenta di ripararlo, ma dovrà affidarsi a un meccanico. Ne approfitta Ganna che allunga sgretolando il gruppo: rimangono davanti lui, Aymo, Santhià, Contesini, Bailo e Gerbi, sopraggiunto sui primi. Piove e le strade si fanno di fango: si sale al Monte Bracco con la bicicletta in spalla. In cima transitano per primi Borgarello e Santhià, poi Contesini, poi Petit Breton che ha appena preso e staccato Ganna e Gerbi; tra gli inseguitori c’è Galetti, ma il suo ritardo sfiora la mezz’ora. Borgarello della Legnano arriva da solo staccando la maglia rossa Fiat di Santhià e l’indipendente Giuseppe Contesini. Petit Breton è quinto, sesto Rossignoli che passa in testa alla classifica, ottavo Galetti che lo segue a un punto; Petit Breton è sempre lì, terzo in classifica. In alcune fasi si vede un Gerbi in grande forma.
Ad Oneglia, dopo una corsa condotta nel fango per la pioggia continua, si impone Rossignoli, in volata su Gerbi e Durando. Quarto Petit Breton e sesto Galetti: i migliori sono raccolti in pochi punti nei primi posti della classifica. Si va a Mondovì dove Galetti anticipa Corlaita, Ernesto Azzini, Gerbi, Rossignoli e Petit Breton. La quinta tappa affronta, per la prima volta al Giro, una salita che porta oltre i duemila metri, il Sestriere. È la tappa di Lucien Mazan, detto Petit Breton. Alle spalle del francese, lungo la discesa del Sestriere, emerge il tenace Galetti che lo raggiunge, ma verrà battuto in volata; però, sul traguardo di Torino, anticipa Corlaita della Senior e Rossignoli, appaiando quest’ultimo in testa alla classifica. Rimangono in gara trentasette corridori.
Sesta tappa, da Torino a Milano e vittoria di Santhià, che supera in volata il milanese Oriani, Petit Breton e Galetti il quale mantiene il primato in classifica con due punti sul francese. A tre punti, terzo, Rossignoli (affaticato nella giornata da un doloroso mal di stomaco che lo tiene lontano dai primi). La lotta è ormai ristretta a costoro.
Dario Beni (Fiat) vince a Bologna su Santhià, Galetti, Rossignoli e Lauro Bordin. Petit Breton perde mezz’ora per la rottura del suo nuovissimo cambio, ne recupera metà, ma ha una crisi di sconforto e perde posizioni in classifica.
Bordin vince la tappa successiva, con arrivo ad Ancona, precedendo un rinato Petit Breton (13º Rossignoli, 14º Galetti). A Sulmona, Corlaita stacca il francese di sette minuti e Gerbi, terzo, si mangia le mani per avere sbagliato nel finale. Petit Breton scalza Galetti (diciassettesimo al traguardo, dietro anche a Rossignoli ottavo) dal primo posto della classifica lasciandolo a tre punti. Il capovolgimento si verifica a Grottammare dove Galetti perde venti minuti per riparare la bicicletta, rovinatasi in uno scontro. La tappa è troppo breve per consentirgli di recuperare tanto ritardo, ma con un inseguimento tenace Galetti raggiunge l’uno dopo l’altro una decina di corridori, purtroppo nel finale sbaglia strada, al bivio di Popoli, percorre diciassette chilometri in più e se ne accorge all’arrivo, quando si ritrova dietro a tutti quelli che aveva superato.
Reagisce subito nella lunghissima tappa da Sulmona a Bari, che vince su Beni e Pavesi. Qui Galetti passa in testa alla classifica con due punti su Petit Breton. La successiva Bari-Napoli toglie il francese dalla classifica: a Potenza, di blocca il suo “cambio speciale”, la bici non va più. Si ritira.
A Napoli vince Alfredo Sivocci davanti al compagno di colori Enrico Sala. Galetti, terzo a 38 minuti, è nettamente il più forte dei 24 rimasti in gara. L’ultima tappa, destinazione Roma, rivede una volata vincente di Corlaita. Galetti, sesto, rivince il Giro con 50 punti, otto in meno di Rossignoli, 34 in meno di Gerbi.