L’annata di Galetti è condizionata dalla partecipazione al Tour de France dove sarà in corsa sino al 18 luglio, giorno del suo ritiro. Corre molto, ma con scarsi risultati. Esordisce vincendo a Tradate con la maglia dell’Alcyon, che durante la stagione alternerà a quella dell’Atala.; poi gareggia nella Milano-Verona il 22 marzo, questa volta con la maglia dell’Unione Sportiva Milanese. Sarà soltanto ottavo nella volata vinta da Ernesto Azzini.
Galetti si iscrive per primo alla Milano-Sanremo. È il 5 aprile, ma piove tutto il giorno come a novembre. Manca Gerbi, squalificato per i fattacci del Giro di Lombardia e Galetti è subito tra i protagonisti: passa in testa al gruppo ad Ovada; è in testa ai dodici che attaccano insieme le prime rampe del Turchino, poi nel gruppetto dei cinque che forzano il ritmo. In riviera, stremato, si ritira.
Il 18 giugno, Carlo Galetti è alla Corsa Nazionale, partita da Rogoredo poco dopo la mezzanotte e vinta da Giovanni Gerbi che va in fuga solitaria iniziata a Melegnano. Alla fine, Gerbi taglia il traguardo con 400 metri di vantaggio su Galetti. Dieci giorni dopo i due si ritrovano al Giro del Piemonte: 38 partenti per 309 chilometri. Vince ancora Giovanni Gerbi davanti all’amico Chiodi, con Galetti che chiude, 27 minuti dopo, al terzo posto, ancora una volta dopo un inutile inseguimento: sono le gare che lo avvicinano al Tour. Tornato dalla trasferta, corre il 16 agosto a Savona, secondo in volata dietro a “manina” Cuniolo col quale ha sventato una fuga di Gerbi. Conducendo sempre in testa la ripida discesa di Altare, con grande audacia, Galetti rimane solo con Cuniolo, lancia la volata, ma si trova superato negli ultimi metri.
Il 6 settembre Carlo Galetti vince a Tradate, su un percorso caratterizzato dalla salita della Marcolina. I primi a perdere terreno sono i corridori locali, fintanto che il gruppo dei migliori, ridotto a nove unità, rallenta l’andatura. Nel finale, ricco di saliscendi, il ritmo torna ad alzarsi (tanto che la gara si concluderà in anticipo sull’orario previsto). A Saronno cadono Azzini e Canepari; non si fanno male, ma lasciano il campo libero a un allungo di Galetti che rimane solo in testa fino all’arrivo, passando per primo il traguardo con un minuto di vantaggio sui due lo inseguivano.
Il 4 ottobre corre a Parabiago, nella “Tre Coppe”: forature e ritiri riducono i concorrenti a otto unità quando si passa da Como. Galetti c’è. E rimane alla fine solo con Canepari a disputarsi la vittoria. Sapendosi poco veloce si mette in testa all’ultimo chilometro e spinge sui pedali. Canepari lo riprende e lo sopravanza. Ai 500 metri, Galetti ha uno scarto, perde il controllo del mezzo, cade. Canepari va a vincere, Galetti lo seguirà a 40”. Terzo Carlo Oriani a quasi sette minuti.
Una settimana dopo, l’11 ottobre, il campionato italiano vede, in arrivo a Como, otto corridori che si contendono il successo in volata. Galetti prende la testa con decisione, poi rallenta non vedendo lo striscione. Di quegli attimi d’incertezza Cuniolo lo supera di due macchine e conquista la maglia tricolore. Galetti finisce ugualmente secondo davanti ad Albini e Azzini.