È un’annata povera di risultati per Carlo Galetti. Alla Sanremo, disputata il 31 marzo, chiude in decima posizione, perseguitato dalla sfortuna. Lo tagliano fuori tre forature. Il 28 luglio partecipa al campionato italiano, 250 chilometri da Alessandria ad Albissola, piazzandosi al quarto posto dietro ad Angelo Gremo, Dario Beni e Giuseppe Azzini, ma il titolo non viene assegnato a causa della squalifica dei primi due.
L’8 settembre Galetti è secondo, battuto in volata dall’amico-rivale Luigi Ganna, nella quinta edizione della Gran Fondo, la corsa di 600 e più chilometri; un secondo posto che vale oro per come i due hanno dominato la gara, andandosene nel finale. A Milano, sulla pista del Trotter, Ganna ha facilmente ragione in volata di Galetti. Ma c’è un retroscena. Sembra che Ganna, affaticatissimo, abbia chiesto a Galetti di non staccarlo, di portarlo con sé all’arrivo. Essendo amici pare un accordo lecito, che Ganna non ha onorato, tanto che dopo la corsa, rimasti soli, Galetti avrebbe dato un pugno all’amico rivale. È certo che nei giorni successivi, Galetti lancia una sfida a Ganna: si ripeta la corsa, ma solo fra loro due, l’uno contro l’altro, a cronometro.