Il Velodromo Sempione di via Arona a Milano, progettato dall’ing. Paolo Mezzanotte negli anni in cui gareggia Galetti, è la sede privilegiata delle gare su pista. L’anello è in cemento e sostituisce quello di 333 metri del Ciclodromo Milanese di via Argellati e quello di 256 metri del Velodromo di via Fumagalli, entrambi in legno e abbattuti. Il Sempione ospitava anche le partite del Milan e dell’Unione Sportiva Milanese oltre agli incontri di rugby dello Sport Club Italia. Vi giocherà anche un paio di incontri la Nazionale di calcio, fino all’abbattimento. Al suo posto, nel 1935, nascerà il Velodromo Vigorelli.
Il Velodromo Sempione si inaugura con tre giornate di gare alla fine di febbraio nel 1910. Scendono in pista campioni della pista come il danese Ellegaard, dominatore della prima giornata e gli assi della strada come Galetti e Bruschera. I due nella seconda giornata vincono l’americana a coppie di 30 chilometri con traguardi ogni dieci in cui si misurano i più veloci delle coppie. Mario Bruschera nei due traguardi intermedi è battuto da Portioli e Tabacchi ma si rifà nettamente in quello conclusivo, grazie anche a Galetti che ha messo alla frusta gli avversari.
Nell’estate del 1911 – l’eco della sua seconda vittoria al Giro è ben viva – al Sempione si cimenta con i migliori stradisti in un confronto su 30 chilometri col velocista Angelo Gardellin che, alla fine, neutralizzati tutti gli attacchi portati soprattutto dagli uomini della Bianchi (Galetti, Lignon, Bruschera e Pavesi), batte Eberardo Pavesi di mezza ruota nella volata decisiva. La riunione, ricca di pubblico, si conclude con un inseguimento a squadre fra la Bianchi e la Legnano che perde Danesi dopo cinque giri e vede i rimasti, Luigi ed Ernesto Azzini, raggiunti dal trio composto da Galetti, Lignon e Pavesi.
Un Galetti ormai celebre è ospite del Velodromo Milanese anche nel 1912, in coppia con Walter Guglielmo Morisetti, sprinter di buona levatura in un’americana di 50 chilometri dominata dalla coppia Mori-Pavesi. Morisetti vince lo sprint finale, staccando gli avversari di una ventina di metri, ma la coppia ha un giro di ritardo, doppiata da un lungo attacco di Pavesi, iniziatosi al 41º giro.
È ancora su invito degli organizzatori del Giro che, a conclusione dell’edizione del 1914, il Velodromo Sempione ospita una randonnée: otto prove di dieci chilometri per richiamare le otto tappe del Giro, riservate a coppie composte dai suoi protagonisti. Galetti vince insieme ad Azzini questa edizione su pista, grazie soprattutto al suo compagno che si impone, da velocista, in quattro delle otto prove. Fra i battuti, Bordin, Calzolari (il primo del Giro) e Sivocci.
Solo nel 1919, quando età, famiglia e lavoro ne riducono le forze, Carlo Galetti abbraccia seriamente l’attività su pista. Sceglie la specialità più congeniale alle sue caratteristiche: diventa uno stayer e allenato da Campana vince il campionato italiano, disputato proprio sul cemento del Velodromo Sempione, ai danni di Carlo Bordoni, più sperimentato di lui alle gare dietro motori. Sarà l’unica maglia tricolore della sua carriera.
Il 18 luglio 1920 è a Roma, impegnato in un’americana di 20 chilometri vinta da Costante Girardengo in coppia con Feroci; al secondo posto Vay-Sivocci, al terzo Galetti-Ferrario. Torna al Sempione la sera del 21 luglio, in un match di mezzofondo di 10 chilometri: è secondo dietro a Bordoni, che lo doppia due volte, e davanti a Manera, che finisce lontano. Scende più volte in pista anche nel ’21 e vince ancora: con grande merito, il lunedì di Pasqua, al Sempione, battendo in due prove di 10 e 15 chilometri il tedesco Humann e Cocchi, allenati da Moro e Maffeis.