Carlo Galetti comincia presto a darsi da fare, affiancando all’attività di corridore professionista – lo diventa nel 1906 – il mestiere di tipografo che pratica a partire dai 14 anni. Un’attività che coltiva per garantire una certa tranquillità economica alla famiglia. Dapprima lavora presso i fratelli Azzini, tipografi e corridori ciclisti prima di lui, poi si mette in proprio, con buoni risultati, tanto da avere sino a cinque dipendenti. E convince la moglie a occuparsi della tipografia mentre è assente per le corse. Apre la tipografia di proprietà a Milano, in via Sambuco, nell’agosto del 1906 e, dato curioso, le macchine per la stampa recheranno ciascuna un cartello con il dettaglio delle vittorie che ne hanno consentito l’acquisto. Lo “Stabilimento Artistico Industriale Carlo Galetti” viene registrato alla Camera di Commercio di Milano solo nel gennaio 1915 ma nel frattempo, visto il prosperare degli affari, decide di acquisire nel 1911 una cartoleria, sempre a Milano, in corso Magenta.
La cartoleria è un complemento intelligente dell’attività di tipografo: oltre ai normali articoli presenti in qualsiasi cartoleria, vi si vendono gli opuscoli tecnico-pratici che la tipografia Galetti produce per numerosi clienti. Nel frattempo trasloca, da via Sambuco in viale Coni Zugna dove tutto si concentra: tipografia con annessa cartoleria, oltre all’abitazione. Ulteriori trasferimenti preludono alla decisione di lanciarsi, nel 1925, poco dopo aver deciso di smettere di correre, nel settore delle auto, in crescente espansione: attiva allora in via Foppa il garage acquistato che, oltre al rimessaggio, si occupa di gestire cinque auto pubbliche di sua proprietà. Attività che conduce per poco più di un anno, prima di cederla. Tipografia e cartoleria rimangono sue sino alla fine del 1931, quando cede l’attività alla cugina Rita Galletti figlia del fratello Amilcare.
Galetti non diventò mai un costruttore di biciclette, ma ci andò vicino. Un suo tifoso nel 1920 registrò una piccola fabbrica di biciclette che portava il suo nome ma Carlo Galetti non ne fu mai socio. Cominciò comunque a fabbricare palmer, le gomme per le biciclette, sul retro della casetta che si era comprato a Valbrona, nel Comasco. Poi aprì in via Foppa una piccola fabbrica, denominata “Gomme Galetti”, affidata nel 1946 al figlio Giancarlo. Dopo i primi lusinghieri successi, gli affari declinarono, tanto che nel 1948 l’azienda fu messa in liquidazione. L’anno successivo, il 31 marzo 1949, Carlo Galetti lasciava questo mondo.